Orto casalingo e la mia visione della coltivazione

Ho deciso di dedicare questo articolo al mio complice. L’orto di casa. Chi frequenta il mio Ricettario ha già capito che le radici di questo mio spazio e le ricette affondano nell’orto che coltivo con grande gioia, entusiasmo e rispetto per la Madre Terra. Tantissime verdure, erbe e frutta provvengono proprio da questo spazio incredibile che ho a disposizione.

Il contadino che semina compie il più grande atto di fede. La terra premia o condanna come un inflessibile giudice che non rivela mai i motivi del suo giudizio. E bisogna davvero credere nel futuro per affidare un seme fragile alle forze del vento, dell’acqua e del sole.
(Fabrizio Caramagna)

Purtroppo alcuni anni fa non ero nè vegana, nè avrei mai pensato a coltivare il nostro cibo. Non ero certo una persona consapevole, nè una che si è posta troppe domande a riguardo. Insomma vivevo come la maggior parte della gente: nella mia ignoranza e comodità di chi accetta cecamente tutto quello accade attorno senza farsi troppe domande.

Dell’orto si sono sempre occupati i miei suoceri e io (e ora mi dispiace) ci mettevo il piede molto raramente. Avevamo sempre le verdure pronte. Verdure biologiche, buone e fresche…

Poi, nel 2013 all’improviso è morta anche la mia suocera. E l’orto è rimasto là. Con le sue verdure che comunque richiedevano le cure. Mio marito che lavora tutto il giorno non ha il tempo materiale a occuparsene, perciò ho preso la situazione nelle mie mani. Almeno così ho creduto. Ma le mie conoscenze erano sotto zero, molto sotto… Sì, ho iniziato ad informarmi, a leggere e a mettere in pratica i consigli e esperienze altrui. Avevo orto molto bello, ricco di varietà nuove, pulito, zappato, ordinato..Ma ho visto comunque che c’era qualcosa che non mi convinceva. Questa esagerata pulizia e ordine non andava bene. Il sole cocente dell’estate brucciava la superfice nuda del terreno e di conseguenza anche le piantine esposte, che come dico io, non erano molto felici. Poi la terra esposta dopo la pioggia non assorbiva nemmeno acqua…Per non parlare della grande fatica che dovevo compiere per avere orto così in ordine. Certo ero felice e orgogliosa quando amici e vicini dicevano che abbiamo l’orto più bello nella zona, ma in fondo sapevo già che dovevo cambiare qualcosa. Quanto è vero che Alla natura si comanda solo ubbidendole!!!Ho capito bene il significato di questa frase. Non ero io che dovevo piegare l’orto a mio piacimento, ero io che dovevo a sottomettermi alle leggi della Natura, che sa esattemente cosa e come deve fare..Oggi la situazione è cambiata, mio marito fa i “lavori pesanti” che io non riuscirei a fare il resto è compito mio e per fortuna, perchè metto in pratica le mie idee senza nessun intervento e ostacolo.

Nel 2014 divento vegana. Eh già, solo dopo tutti questi anni della mia vita ho finalmente aperto gli occhi e mi sono svegliata. Il risveglio comporta cambiamenti radicali, almeno per me lo è stato. Motivo per cui sono diventata vegana, è quello di natura etica. Ignoravo certe cose e poi quando i video sparsi in rete mi hanno finalmente aperto la mente, sono castata dalle mie nuvole. Sono una persona che non conosce mezze misure, nel giro di pochi giorni ho riorganizzato la mia vita, la mia cucina, la mia dispensa, il mio modo di fare. E finalmente ho anche capito quanto sono fortunata ad avere questo pezzo di terra! Scusate questo lungo prologo, ma era neccessario per farmi capire.

Nel corso degli anni inocraggiata dai successi e dispiaciuta dagli insuccessi ho capito una cosa. Ogni orto è diverso, non si può seguire una linea dritta senza scendere ai compromessi e modifiche. Bisogna addatare a addatarsi in modo tale che funziona in quel mio fazzoletto di terra che ho. Quello che funziona perfettame secondo il metodo di Fukuoka o Hazelip, può funzionare per alcuni ma non per tutti. Seguire un metodo può essere più deludente di quanto si crede. E quindi quale metodo seguo? Nessuno. Ovvero, il mio metodo che non è mai uguale e che cambia di anno in anno, di stagione in stagione. Ogni anno è una sorpresa, a volte alcune cose vanno storte  (dispiace tanto) e a volte invece sorprendentemente bene. Per questo a coltivare l’orto mi piace, non è una cosa statica, è sempre divertente, non ci si annoia mai.Poi sarebbe anche da sottolineare aspetto economico, se provo a immaginare di dovere comprare le verdure e frutt dal’A alla Zeta, sarebbe anche una grossa somma di soldi. Specialmente in questi periodi neri, dove ogni scusa è buona per far lievitare i prezzi. Finchè avrò un bricciola di forza, coltiverò cioò che riesco per non dover comprare la verdura a prezzo d’ro che poi è anche piena di veleni. Per questo, quando compro qualcosa è sempre biologico.

Cosa coltiviamo? Una varietà ricca di ortaggi che sono riuscita a reperire, coltivare e che mangiamo sempre molto volentieri. Una grossa fetta va ai pomodori. Li consumiamo in quantità e prepariamo le nostre salse, sughi, pelati ecc ecc per mesi invernali. Per salvaguardare la biodiversità e non comprare dalle multinazionali cerco di reintrodurre le varietà antiche. Alcune coltivo già da qualche anno e la mia colezione aumenta. Lascio maturare i frutti per avere i semi in abbondanza per futuro. Questi semi sono preziosi e vanno conservati con cura, vanno anche regalati per far conoscere alla gente il vero sapore del vero pomodoro.

Varietà antiche e ortaggi dimenticati. Ultimamente se ne sente parlare sempre più spesso per fortuna, anche se conosco poche persone che li usano nelle mie parti. Cosa sono? Varietà di verdure antiche e originali. Molti sono stati persi e dimenticati. Furono spinti fuori da nuove varietà, ora sempre più spesso ibridi , e spazzati via dall’erosione genetica , che travolse l’agricoltura nel ventesimo secolo. Tuttavia, alcune delle varietà originali sono state conservate. O sono stati continuamente coltivati ​​e propagati per la loro qualità, spesso per diverse generazioni, e spesso solo nei giardini e nelle terre dei piccoli coltivatori, oppure sono stati conservati nelle banche dei semi. I semi di queste vecchie varietà sono offerti a chiunque voglia provarli e quindi contribuire alla loro conservazione.

Perchè sono “ortaggi dimenticati”? Siamo sempre lì…la risposta gira sempre attorno alle grandi multinazionali, soldi, profitto,commercializzazione, conta la quantità  non la qualità, modernità, disprezzamento dei cibi “umili”, mancanza di tempo e poca voglia di passarlo in cucina. Ortaggi che sono in commercio hanno dato un colpo di grazia alla biodiversità… E anche qui ho le idee piuttosto chiare, quindi coltivo le verdure che nella zona pochi conoscono, non coltivano, non mangiano.. Eppure siamo nella zona dove molte persone hanno orto casalingo. Ma purtroppo ci si limita sempre a ortaggi e semi che offre negozio specializzato e supermercato. Una volta anche i miei suoceri coltivavano così. Il solito San Marzano, Rio Grande e tondo da insalata, solita zucchina, solita melanzana, solito cetriolo…Solo ora mi rendo conto quanto sono riuscita a cambiare orticello di casa. Mi costa fatica e sudore, mi costa il tempo, perchè  La filosofia rivoluzionaria dell’AGRICOLTURA DEL NON FARE ideata di Masanobu Fukuoka, grande agronomo e meastro giapponese non è proprio da prendere fino alla lettera. Rimango sempre con bocca aperta quando vedo sui vari social le donne bellissime, vestite con abitini puliti alla sexy contadina, sorridenti raccolgono le verdure nei orti. Boh, io forse non ci so fare, ma sono esatto opposto. Sporca, sudata e sfinita dalle zanzare :-)Ma amo questa attività e quando porto a tavola frutti di questa fatica sono la persona più felice del mondo. Non ho molte foto a disposizione ma prometto che quest’anno porterò la mia vecchia Nikon nell’orto più spesso.

Viera Vodrazkova

Un uomo non può cambiare il mondo, ma un uomo può diffondere un messaggio che cambierà il mondo.

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